Equine Facilitated Psycotheraphy

All’estero, in particolare in Germania, in Inghilterra e in America esistono dei veri e propri trattamenti di psicoterapia condotti con l’aiuto del cavallo, le EFP, Equine Facilitated Psycotheraphy. Il cavallo viene usato come facilitatore all’interno di protocolli d’intervento con obiettivi chiari e precisi.
L’Associazione può offrire, attraverso la sua Psicoterapeuta, delle sedute ai Soci ed ai familiari di essi che ne facessero richiesta.
Di seguito una breve descrizione sulle EFP:
Il concetto di Terapia, intesa come il prendersi cura dell’uomo al fine di lenirne le sofferenze, implica sempre una relazione tra due esseri viventi, quali medico, psicoterapeuta e paziente. In questi casi la relazione avviene tra esseri della stessa specie. Non si è mai pensato, fino a poco tempo fa, che anche tra esseri appartenenti a specie differenti si possano avere degli aspetti curativi, anche se storicamente, moltissime persone hanno riportato in modo intuitivo le loro esperienze di benefici e cure ricavate dal rapporto con un animale. La difficoltà sta nel riuscire a convalidare con metodo scientifico, come c’è richiesto dalla nostra cultura scientifica, racconti, percezioni ,sensazioni, vissuti, che di scientifico hanno ben poco. L’impiego degli animali in particolari situazioni socio-assistenziali e sanitarie ha generato una certa confusione proprio per l’iniziale improvvisazione e poca professionalità.
L’utilizzo degli animali in Terapia rappresenta una strategia operativa che affianca, integra e completa gli interventi tradizionali senza sostituirsi a loro. Inoltre, occorre anche sottolineare che gli animali forniscono al paziente sollecitazioni a livello psico-fisico, ma non potrebbero assolutamente eliminare il ruolo del terapeuta che rimane il protagonista di ogni processo psicoterapeutico, strutturato con professionalità, come qualsiasi altro tipo di intervento, specifico e mirato. Pertanto l’animale da solo non fa vera psicoterapia anche se la semplice interazione uomo-animale produce effetti terapeutici ben evidenziati dalla letteratura.
All’estero, in particolare in Germania, in Inghilterra e in America esistono dei veri e propri trattamenti di Psicoterapia condotti con l’aiuto del cavallo, le EFP, Equine Facilitated Psycotheraphy (di seguito EFP). Mi piacerebbe al riguardo definire protocolli di ricerca per riuscire a dare scientificità a questi trattamenti anche in Italia, dove la cultura del cavallo ha rappresentato un cardine fondamentale per il nostro paese, fino a pochi anni fa.
Le EFP sono un settore emergente all’interno dei vari approcci psicoterapeutici, dove i cavalli vengono utilizzati come uno “strumento”, un facilitatore per una crescita emozionale, di apprendimento cognitivo e di consapevolezza di Sé, tanto da diventare coaudiatori e in alcuni casi co-terapeuti, tenendo presente comunque che gli animali, e in questo caso i cavalli, spontaneamente ed istintivamente si comportano in un determinato modo. Sta allo Psicoterapeuta stabilire degli obiettivi di trattamento e di intervento specifici. Le EFP rappresentano un lavoro ben preciso di collaborazione tra uno Psicoterapeuta specializzato ed un cavallo altrettanto “professionale”, in quanto scelto con caratteristiche specifiche per il determinato tipo di trattamento che si vuole intraprendere. Sicuramente vi sono cavalli più portati di altri, con grandi possibilità, dolcezza e intelligenza ed empatia. Per la sua intensità ed efficacia, è considerato un approccio a breve-medio termine.
L’EFP è esperienziale in natura. Questo significa che i partecipanti imparano tutto rispetto se stessi e nel confronto con altri, se sono inseriti in un gruppo, partecipando alle attività strutturate con i cavalli, e poi confrontando ed elaborando i sentimenti e i vissuti, le percezioni, i comportamenti e i modelli relazionali vissuti sul campo.
Le EFP, rispetto agli approcci tradizionali, hanno un vantaggio “aggiunto” utilizzando i cavalli, esseri viventi dinamici e potenti, in quanto consentono di vivere in presa diretta attività esperienziali su di un piano istintivo molto chiaro, sia che ci si riferisca a trattamenti individuali, ma ancor più rispetto ai trattamenti di gruppo, proprio per il rimando continuo ed il confronto con altre persone.
Non tutti i programmi o le attività che usano i cavalli diventano Psicoterapia assistita dal cavallo.
Per questo, occorrono professionisti clinici autorizzati per essere considerata “psicoterapia” a tutti gli effetti.
Lo scopo delle EFP non è l’equitazione o l’horsemanship. In realtà il 90% delle EFP “accade” e si vive sul campo da lavoro del maneggio. Il focus delle EFP comporta setting su attività che coinvolgono i cavalli i quali richiederanno alla persona o al gruppo di scoprire, vivere e applicare certe abilità (skills), di cui diventerà consapevole. Comunicazione non verbale, assertività, pensiero creativo e problem solving, leadership, teamwork e relationship, fiducia e attitudine sono alcuni esempi degli strumenti e temi utilizzati e sviluppati dalle EFP.
Le EFP rappresentano un approccio potente ed efficace che ha un impatto incredibile su persone adulte, bambini, adolescenti, famiglie e gruppi.
Le EFP si rivolgono alla più ampia gamma di varietà dei bisogni interiori di un soggetto e dello sviluppo umano in senso di prevenzione, ma sono rivolte anche al trattamento di problemi comportamentali, depressione, ansia, problemi di relationship e difficoltà di comunicazione.
Perché i cavalli?
Chi ha familiarità con i cavalli riconosce e comprende intimamente il potere dei cavalli nell’influenzare le persone in un percorso incredibilmente potente. Si stimola e sviluppa relationship, social training, anche solo”prendendosi cura” dei cavalli, e questo, naturalmente agisce sulle persone coinvolte in maniera positiva.
Il vantaggio, nel senso di vero beneficio, dell’etica del lavoro che si va strutturando, la responsabilità consapevole, l’assertività, la comunicazione e la relazione d’aiuto sono note e riconosciute da molto tempo. I cavalli procurano questi benefici in modo naturale, ed è per questo motivo che l’utilizzo dei cavalli come aiutanti e facilitatori sta aumentando e guadagnando popolarità con il progresso dei nuovi approcci, includendo il campo delle EFP, se gestiti e condotti da Psicoterapeuti del settore.
Ci siamo chiesti spesso “perché i cavalli”, “perché non altri animali”?
Il cavallo ha sempre affascinato l’immaginario dell’uomo. Esso infatti è un animale dotato di una straordinaria forza simbolica, forte, virile, minaccioso, ma insieme sottomesso, caldo, docile, che porta e che dondola, che aiuta l’uomo e lo accompagna nelle avventure. Non facile da domare come altri animali domestici, perchè mantiene intatta una grande carica istintiva e primaria che costringe il cavaliere a misurarsi con la propria carica istintiva e primaria, di ansia, angoscia, paura, conflitto. Le persone si trovano di fronte un oggetto reale che ne è la causa; la paura/desiderio del cavallo, qualcosa di fisico e normale che hanno provato molti. Riconoscerla, riconoscere ed accettare tutti questi sentimenti, diluirli col tempo e nelle esperienze pratiche in campo, attraverso la mediazione del terapeuta, significa imparare a dominare questi conflitti, a renderli meno oscuri ed incomprensibili. Perciò entrare in relazione con il proprio cavallo in uno spazio-tempo ben definito, significa innanzitutto riconoscere i propri conflitti attraverso la sicurezza delle proprie risposte comportamentali, quindi attraverso la coscienza profonda che il nostro corpo e la nostra mente ci ritornano dal contatto con il cavallo e contemporaneamente ci pongono di fronte al confronto con un altro essere vivente e potente, fonte di piacere e di autonomia nella relazione che si struttura mano a mano.
I cavalli sono grandi e potenti, creano una naturale opportunità per alcuni di vincere la paura e sviluppare fiducia, in un rapporto dialettico e di confronto interno fra opposte polarità. La grandezza e la potenza del cavallo è quello che naturalmente intimidisce la maggior parte delle persone, ma è quella caratteristica che contemporaneamente attrae, come ci insegnano i bambini, che hanno un rapporto molto spontaneo ed autentico. Compiendo un lavoro che implica il rapporto di vicinanza e conoscenza del cavallo, nonostante le paure a cui mi riferivo prima, si crea confidenza ed intimità, attraverso metafore meravigliose dovute proprie al rapporto dialettico fra comportamenti etologici di avvicinamento ed allontanamento, arrivando ad affrontare “diversamente” le sfide che le situazioni di vita ci propongono.
I cavalli sono molto simili agli uomini, in quanto animali sociali. Hanno ruoli ben definiti all’interno dei loro branchi. Amano stare con i loro simili. Hanno personalità, atteggiamenti e stati d’animo distinti. Un atteggiamento che, ad una prima lettura di superficie, sembra quasi caparbio e provocante. E’ probabile che si divertano e giochino. In altre parole, i cavalli forniscono grandi opportunità di apprendimento metaforico. L’uso delle metafore, nelle discussioni o nelle attività, rappresenta una tecnica efficace quando si lavora con l’obiettivo di portare la maggior parte delle persone ad un rapporto più equilibrato con se stessi e gli altri.
Rapportarsi con il cavallo significa imparare ad instaurare una comunicazione che vada oltre le consuete barriere comunicative intrasociali, centrare l‘attenzione sui suoi bisogni e sul suo benessere, superando egocentrismo, imparando a decentrarsi, e sviluppando volontà, autodeterminazione, senso e rispetto di sé e dell’altro. E’ stimolo continuo all’esercizio di una leadership autorevole e gentile. E’ mezzo per trovare il confine, fisico e psicologico, della propria identità e della propria esistenza.
I cavalli richiedono lavoro, o prendendosi cura di loro o lavorando con loro. In un’epoca dove gratificazioni immediate e “facili vie” sono la norma, i cavalli servono alle persone per essere impegnate in un lavoro mentale e fisico per avere successo, una caratteristica utile (preziosa) in tutti gli aspetti della vita.
Molto importante, i cavalli hanno la possibilità di “rispecchiare” e riflettere esattamente quello che il linguaggio del corpo dell’uomo sta dicendo loro. Molte persone possono lamentarsi ,“il cavallo è testardo. Il cavallo non mi vuole”. Ma la lezione da imparare è che se si cambia atteggiamento in prima persona, i cavalli rispondono differentemente.
Durante la terapia con il cavallo non mi soffermo mai solo sul sintomo o il problema, ma cerco piuttosto di fare un lavoro globale sulla persona, partendo, come in ogni psicoterapia dalla relazione terapeutica. Per questo utilizzo strategie mirate per agire sulla persona, e in questo caso il cavallo è un mezzo impareggiabile. Voglio che le persone, a contatto con il cavallo trovino un momento di piacere, che possano tenere per se. Infatti mi piace molto vedere le persone in termini di “intimità” e “emozione”. Questo per fare in modo che si rendano conto di chi sono.
I cavalli sono onesti, e in questo senso sono messaggeri di qualcosa di potente, in un rapporto, che non mi stancherò mai di dire, è di lealtà e rispetto, un rapporto di fiducia che non si deve tradire e rompere mai…..
Stefania Pecora Gonella-Pacchiotti
Psicologa e Psicoterapeuta